Chi effettua sport acquatici ed in particolare immersioni ed apnee é più esposto ad una serie di problematiche di competenza ORL.
Vediamole con ordine valutando da cosa sono causate, come prevenirle e come curarle.
Otiti
Le otiti sono un enorme problema per i subacquei ma c’é otite ed otite, la loro corretta identificazione é fondamentale per una corretta impostazione terapeutica.
Tenere a lungo le orecchie immerse in acqua favorisce la macerazione della pelle e riduce la capacità protettiva del cerume: si possono così avere delle infezioni che coinvolgono solo l’orecchio esterno (otite esterna). Questo tipo di otite é caratterizzata da un dolore lieve con sensazione di ovattamento auricolare e con fuoriuscita di pus dall’orecchio (otorrea). La terapia si effettua con disinfettanti ed antibiotici in forma di gocce auricolari. Solo raramente sono necessarie terapie per bocca.
Le orecchie sono anche esposte ad altri tipi di patologie correlate alla pressione elevata. L’orecchio medio é una regione di dimensioni piuttosto limitate (grosso come un dado da gioco) ma molto delicata, sede della catena ossiculare, piena d’aria (circa 1cc) completamente separata dal condotto uditivo esterno dalla membrana timpanica ed in comunicazione con le vie aeree grazie alla tuba uditiva di Eustachio.
La tuba uditiva é un condotto normalmente collassato che viene aperto da alcuni muscoli attivati normalmente dalla deglutizione.
É importante per chi fa sport subacquei aver ben chiaro che l’orecchio medio é sempre isolato dall’orecchio esterno e, per la maggior parte del tempo, anche dalle vie aeree.
Quando ci si immerge, indipendentemente se in apnea o con bombole, l’acqua effettua una notevole pressione sul corpo. Tale pressione é in grado di comprimere il torace facendo aumentare la pressione dell’aria al suo interno e di conseguenza anche nelle alte vie aeree. Inoltre la pressione esercitata dall’acqua comprime la membrana timpanica, introflettendola. La sua elasticità é limitata e dopo pochi metri di immersione inizia a fare male. É quindi indispensabile per scendere piú in profondità aumentare la quantità e la pressione dell’aria nell’orecchio medio aprendo la tuba grazie alle tecniche di compensazione.
Se queste non sono efficaci la pressione dell’acqua può essere tale sfondare il timpano causando una perforazione barotraumatica della membrana timpanica.
Nel momento in cui il timpano si buca, il dolore si riduce improvvisamente.
Lo stesso problema si può verificare anche in risalita se l’aria che si espande nell’orecchio medio non riesce ad incanalarsi nella tuba.
La perforazione può richiudersi spontaneamente, se ciò non avvenisse si deve procedere ad un intervento chirurgico (miringoplastica).
Ripetute manovre di compensazione, soprattutto se non eseguite correttamente o se il naso non é in piena efficienza, possono infiammare la tuba chiudendola. I problemi si presentano quindi dopo l’immersione: l’aria intrappolata nell’orecchio medio tende ad essere riassorbita dalle mucose e si crea quindi una pressione negativa che tende ad introflettere la membrana timpanica riducendone l’escursione e dando la sensazione di ovattamento. Successivamente la pressione negativa risucchia i liquidi della mucosa accentuando la sensazione di ovattamento e di “orecchio pieno”. Si parla quindi di otite media effusiva caratterizzata da ipoacusia con un fastidio senza vero dolore.
Il muco che ristagnagna può favorire sovrainfezioni batteriche ed in questo caso il pus che si accumula causa una forte pressione sul timpano con dolore molto intenso (otite media acuta). L’infezione provoca anche ipoacusia, stordimento, malessere e spesso febbre.
Nella prima fase é importante favorire la riapertura della tuba uditiva usando farmaci cortisonici (forti antiedemigeni) sia per bocca che mediante spray nasali. Nel caso di una sovrainfezioe é necessario impostare una terapia antibiotica.
Sinusiti
Nel massiccio facciale si trovano le camere normalmente piene d’aria: i seni paranasali (seni mascellari, frontali, sfenoidali e celle sfenoidali). Tali strutture sono in comunicazione con le fosse nasali mediante piccole aperture (osti). Nei soggetti sani, durante le immersioni la pressione al loro interno riesce facilmente ad equilibrarsi con quella delle alte vie aeree senza bisogno di manovre particolari. In casi patologici (ipertrofia dei turbinati, riniti, rinosinusiti con o senza polipi) gli osti possono essere bloccati e l’aria può rimanere intrappolata nei seni causando delle algie.
Inoltre l’aria della bombola non umidificata, gli sbalzi termici e pressori possono favorire processi infiammatori/infettivi che possono a loro volta causare sinusiti.
In caso di processi flogistici del naso si può avere anche un’infiammazione delle mucose del rinofaringe (dove sboccano le tube uditive di Eustachio) e quindi si é piú soggetti a problemi alle orecchie.
Le sinusiti vengono trattate con farmaci steroidei sia per bocca che in spray e spesso con terapie antibiotiche.
Vertigini
Chi fa subacquea puó essere soggetto una forma molto spiacevole ed intensa di vertigine.
L’acqua del mare ha una temperatura di parecchi gradi inferiore a quella del corpo. Se le orecchie sono immerse ad una temperatura parecchio diversa tra di loro si può innescare una vertigine molto molto intensa, dando la sensazione che il mondo attorno stia girando vorticosamente, per fortuna autolimitante e della durata di pochi secondi, quasi sempre inferiore al minuto.
Questa particolare condizione si puó verificare in presenza di una forma anomala del condotto uditivo esterno (condotto stretto, osteomi, esostosi) che intrappola dell’aria che isola l’orecchio dalla temperatura dell’acqua. Quando, muovendosi, l’aria riesce ad uscire viene sostituita da acqua fredda che abbassa improvvisamente la temperatura dell’orecchio causando la vertigine.
Un’altra possibile causa può essere la prensenza di cerume che rallenta il passaggio dell’acqua fredda in un orecchio ma non nell’altro.
Nel caso si verificasse questo spiacevolissimo evento é importante tenere gli occhi aperti cercando un riferimento visivo (la luce, un compagno) e se fosse possibile aggrapparsi ad uno scoglio. É fondamentale cercare di mantenere l’assetto costante e di non muoversi: la crisi vertiginosa può essere tale da non far distinguere il sopra dal sotto e se ci si approfondisce troppo puó insorgere l’ebbrezza da profondità con conseguenze drammatiche.
Per fortuna la crisi si risolve spontaneamente entro un minuto. Questo evento puó essere confuso con un attacco di panico.
Faringiti- laringiti
L’aria che si respira dalla bombola non é umidificata e tende di conseguenza a seccare le mucose della gola esponendole a laringiti (disfonia) e faringiti.
Come abbiamo visto, gran parte dei problemi legati alle immersioni sia alle orecchie che ai seni paranasali sono legati ad una non ottimale capacità di areare il naso, i seni paranasali e di compensare. É quindi fondamentale valutare che non vi siano condizioni predisponenti le riniti (ipertrofia dei turbinati, deviazione settale, poliposi) e mantere in piena salute il proprio naso effettuando i lavaggi nasali come abitudine.
In caso vi sia una anche blanda ostruzione nasale (raffreddore) é consigliabile sospendere le immersioni.
É anche importante escludere la presenza di tappi di cerume prima di effettuare delle immersioni.
Ricordo che la terapia delle otiti e delle sinusiti dovute alle immersioni é un po’ diversa da quella delle stesse patologie non legate alla pressione ed é quasi sempre necessario anche un trattamento cortisonico per disinfiammare e sgonfiare le mucose.